°Caro° |
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| Ecco a voi il primo capitolo ^^
Capitolo 1 -Dio quant’è tardi!- Afferrai la mia cartella Eastpak e poggiatala sulla spalla uscii di casa sbattendo la porta. Strizzai gli occhi e mi aggiustai nervosamente i capelli, mentre a passo veloce imprecavo contro quel supplizio chiamato scuola. Feci scivolare le dita nelle tasche del mio jeans. Ma tanto che importava, quello era l’ultimo anno. Le cuffie dell’I-pod sparavano a massimo volume la musica che adoravo. Ascoltavo sempre le stesse canzoni, che tutti reputavano stupide. Eppure mi emozionavo ogni volta che raggiungevano le mie orecchie. E gli occhi diventavano lucidi, il volto in fiamme e saliva quel nodo in gola che cercavo di ricacciare cantando, cantando a più non posso. Adoravo tutto di quelle canzoni. Il motivo, le parole… il ragazzo che sussurrandomele nelle orecchie parlava di me. Sorrisi. Che stupida. Io amavo colui che cantando mi trasmetteva con quella sua splendida voce la musica, la mia musica. Mi sentivo compresa da lui, quando nelle sue canzoni ritrovavo un po’ di me. Io non lo conoscevo, ma lui… lui sapeva ogni cosa di me. -Solo un minuto…- canticchiai. -…mi basta che sia… solo un minuto di te…- Mi voltai di scatto. -Non è possibile… Quello è…- sbarrai gli occhi. Arrossii violentemente. -Ragazze ma quello non è Diego dei Sonohra?- -Sì, sì è lui!- Scomparve alla mia vista, coperto da una folla di ragazzine urlanti, come le chiamavo io. Stupide oche starnazzanti. Bimbeminchia del cazzo. Scossi la testa. Era tardi. Dovevo andare a scuola. Mi voltai con gli occhi pieni di lacrime. Non l’avrei mai più rivisto. Ma dovevo andare a scuola. Era tardi.
Arrivai in classe con un’espressione sconvolta sul viso. -Hey Là che hai?- Bea, la mia migliore amica lo aveva subito notato. -Nulla.- risposi evasiva. Non mi andava di ricordare che avevo perso l’unica occasione della mia vita di vedere Diego. Non mi andava di stare lì a spiegarlo. Volevo essere lasciata in pace. -Dai Là… Si può sapere che hai?- -Ho detto che non ho nulla!- urlai nervosa. –Lasciami in pace Bea.- Pronunciai quell’ultima frase secca, con un’aria di disprezzo. La mia amica si allontanò alzando le braccia al cielo. -Io non lo so che ti prende guarda…- mormorò. -Ecco non lo sai…- sussurrai io.
Le ore quel giorno non passavano mai. In più una strana morsa allo stomaco mi impediva di seguire bene le lezioni e la testa mi girava troppo forte per poter continuare a far finta di niente. Finalmente la campanella suonò. Uscii da scuola affaticata e stanca. Ripercorsi a passi lenti e pesanti la via che avevo fatto quella mattina, sperando di trovarlo ancora là l’uomo della mia vita. Ma quando arrivai in quel posto lui no, non c’era. Sospirai e abbassai lo sguardo. Fu in quel momento che non riuscii più a tenermi in piedi. La vista mi si oscurò. Gemetti e caddi all’indietro. Poi non sentii più niente.
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